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Comunicazione interspecifica

Cani e cavalli parlano fra loro


Conclusioni di uno studio dell’università di Pisa I due animali riescono a giocare insieme, comprendendo i ruoli e ridendo assieme


È argomento di studio degli etologi la possibilità di comunicazione fra le varie specie animali

Da una ricerca del dipartimento di biologia dell’università di Pisa, pubblicata sulla rivista internazionale di etologia “Behavioural processes”, emerge che cani e cavalli sono capaci di giocare insieme, e poiché il gioco, negli animali come nell’uomo, (...)

(...) è un comportamento assai sofisticato che richiede di dosare le forze, mimando aggressioni ma senza ferire, e di lasciare spazio all’altro giocatore, il team di ricercatori, guidato dalla professoressa Elisabetta Palagi e composto da Veronica Maglieri, Filippo Bigozzi e Marco Germain Riccobono, ha scoperto che i due mammiferi condividono anche un particolare linguaggio facciale e corporeo col quale possono scambiarsi informazioni e esprimere stati d’animo. Come dire che, in sostanza, parlano fra loro.

In particolare, lo studio ha rilevato che cani e cavalli quando giocano sviluppano un’altissima coordinazione di movimenti, imitando in modo molto fedele particolari gesti di festa e gioco. Ma fenomeno ancora più sorprendente, e finora mai riscontrato tra altre specie, è il fatto che cani e cavalli sarebbero capaci di ridere contagiandosi tra loro, proprio come fanno gli uomini.

RISATA COMUNE

Gli etologi infatti già conoscono una particolare espressione facciale, che chiamano “relaxed open mouth”, bocca aperta e rilassata, nella quale i cani (e i cavalli) aprono e chiudono la bocca in modo rilassato senza tentare di mordere, un’espressione che corrisponderebbe alla risata umana. La professoressa Elisabetta Palagi ha dichiarato che «da quanto è emerso dallo studio non solo i cavalli effettuavano questa espressione, ma cani e cavalli si contagiavano a vicenda, per cui quando uno dei due “sorrideva” l’altro rispondeva nello stesso modo, con una “risata”». E ancora: «dall’analisi accurata dei video di gioco cane-cavallo è emersa una sincronia quasi perfetta tra i soggetti, che bilanciavano in modo molto accurato i loro pattern motori, talvolta alcuni comportamenti venivano imitati e in qualche occasione, ad esempio, se il cane si sdraiava sulla schiena, anche il cavallo faceva lo stesso».

La ricerca, che ha osservato gli animali per un anno, è particolarmente significativa dal punto di vista etologico giacché cani e cavalli sono specie molto diverse, che hanno due “lingue” diverse e che hanno anche, in generale, comportamenti molto diversi, e quindi che siano in grado di intendersi in un’attività cognitiva complessa come il gioco è abbastanza sorprendente.

COMPAGNI DELL’UOMO

Lo studio per ora si limita a descrivere il fenomeno della comunicazione e del “ridere insieme” di cani e cavalli, senza spiegarne eventuali motivazioneìi scientifiche o comportamentali. Ma chissà se non c’entri qualcosa un’evidenza ben nota non solo agli etologi, ma a qualunque amante degli animali, e cioè che tanto i cani che i cavalli sono compagni dell’uomo fin dalle origini della nostra specie. Nei secoli i cavalli, e in misura ancora maggiore i cani, sono entrati in simbiosi proprio con l’essere umano, e dunque può darsi che certi comportamenti si siano per così dire distribuiti, attraverso meccanismi imitativi innescati dall’adattamento, tra uomini, cani e cavalli. In una certa misura, insomma, la socialità dell’uomo potrebbe essere stata osservata e dunque riproposta dai cani e dai cavalli (a loro volta abituati a stare insieme proprio dalle comunità umane), e soprattutto quel tipo di socialità più universale tra gli animali che è il gioco.

SPECIE COMUNICANTI

Lo studio dunque confermerebbe che tra specie animali anche molto diverse dal punto di vista biologico e strutturale-corporeo, esisterebbe la possibilità di un avvicinamento e di una comunicazione, grazie all’adozione di determinati comportamenti. Ma è il gioco che rende simili cani e cavalli, oppure è la somiglianza che produce il gioco e quindi l’imitazione della “risata”? Probabilmente i due processi vanno di pari passo, e si influenzano e si accrescono reciprocamente. Un altro indizio verso la conclusione che tra molte specie, pur così diverse, esistono canali di comunicazione profondi e insospettati, ciò che del resto ogni amante degli animali ben sa quando ci sta insieme. fonte : Libero 18 Apr 2020 GIORDANO TEDOLDI


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