Conoscersi attraverso gli animali
A metà degli anni Ottanta in Europa e Stati Uniti è iniziato un nuovo progetto disciplinare, chiamato genericamente Animal Studies, che aveva come obiettivo di ricerca l'interazione uomo-animale. Si trattava di un approccio multidisciplinare che spaziava dall'ambito filosofico, etico, fino alle scienze umane, studiando i differenti piani di relazione uomo-animale ( psicologico, antropologico, etologico, bioetico ). Nel corso degli ultimi venti anni del Novecento sono emerse due discipline, la antrozologia ( di matrice anglosassone ) più rivolta a spiegare il rapporto uomo-animale nell'espressione dell'essere uomo derivata dalla tradizione antropologica, e la zooantropologia ( Italia, Francia ), più interessata alla tradizione etologica e alle caratteristiche biologiche che hanno facilitato l'adozione interspecifica (Treccani,2015). La ricerca etologica con Konrad Lorenz, come uno dei fondatori, si è occupata di relazioni interspecifiche con particolare attenzione al rapporto uomo-animale. In particolare con l'imprinting, Lorenz (1989) ha riscontrato una serie di segnali comuni che hanno condotto alla biosemiotica giovanile, catalogo di caratteristiche morfologiche e comportamentali che evocano l'accudimento parentale. Già Serpel ( 1986), si spinse a definire il processo di domesticazione come una sorta di parassitismo, mentre un altro filone ( Wilson,1984) sociobiologico, partì dalla considerazione che l'animale sia per l'uomo qualcosa di speciale. La zooantropologia nasce alla fine degli anni Ottanta con lo scopo di studiare gli eventi relazionali e interattivi tra uomo e animale e valutare gli apporti beneficiali che ne derivano. Per la zooantropologia è importante indagare cosa sviluppa il dialogo interspecifico, definendo con "referenza animale" un implicito contributo apportato dal dialogo con la diversità ( alterità ) animale. Con la zooantropologia si riduce la distanza tra la specie umana e le altre e si afferma l'insostituibile presenza dell'animale nella vita dell'uomo quale fattore indispensabile per la realizzazione della persona nelle sue diverse componenti espressive, formative, assistenziali ( Marchesini, 2014 ). Esiste un significato comune nell'essere mammiferi ( l'evoluzionismo Darwiniano prevede dei progenitori comuni ) che ci permette di costruire una relazione. "Antropomorfizzare" è scorretto quando c'è una pretesa di utilizzo degli animali come surrogato/oggetto e non si riconosce in loro una "alterità" che va rispettata. Sia la negazione di emozioni (antropodiniego) che l'interpretazione proiettiva (antropomorfismo acritico), sono estremi da evitare. La conoscenza etologica profonda permette di distinguere cosa è effettivamente patrimonio umano e cosa invece è un patrimonio "animale" e nonostante si possa assumere un principio di continuità evoluzionistica è necessario tenere conto delle diversità e specificità quale risultato della differenza evolutiva, ecologica ed etologica tra specie. Cosa cambia con l'adozione di una prospettiva relazionale ed empatica in cui l'animale sia inteso come soggetto? si apprende come costruire una relazione basata su fiducia reciproca e ascolto empatico, si sviluppano competenze relazionali basate sul rispetto delle "diversità".
